Dallo Spam Brain alla strategia di link acquisition: prendere decisioni corrette (e non buttare budget)

Gli aggiornamenti dello Spam Filare possono destabilizzare la tua strategia di link acquisition. Per ottimizzare il budget bisogna comprendere il funzionamento dell’algoritmo riuscendo a costruire una propria modalità di valutazione

La vita di un consulente SEO è piena di sorprese e cambiamenti improvvisi, soprattutto a causa degli aggiornamenti degli algoritmi di Google. Non è la prima volta, ma gli ultimi core e spam update si sono particolarmente concentrati su qualità dei contenuti e dei link in ingresso, facendo ballare non poco le SERP, soprattutto quelle in cui si muovono grandi e piccoli editori che in molti casi hanno visto la loro visibilità e il loro traffico ridursi notevolmente.
In questo scenario investire al meglio in attività di link acquisition richiede sempre più attenzione al fine di impiegare i budget a disposizione nel modo più profittevole possibile.

 

SpamBrain

Del funzionamento di Google Search basato su complessi e segreti algoritmi, conosciamo solo una minima parte. Diciamo che ufficialmente conosciamo il giusto, tutto il resto deriva dall’esperienza e dalle osservazioni sui progetti che seguiamo da cui trarre considerazioni strategicamente utili.
Tra i vari algoritmi ce n’è uno chiamato SpamBrain, che è responsabile di mantenere puliti i risultati di ricerca dallo spam e di gestire la rete di interlink tra i siti web.
Google aggiorna periodicamente SpamBrain e comunica questi aggiornamenti ai SEO di tutto il mondo, senza però rivelare gli effetti specifici che essi avranno. Se giochi pulito non avrai problemi: questo ci viene raccontato ogni volta.
Tuttavia se parliamo di link acquisition sappiamo che giocare pulito puo’ voler dire tutto e niente e, per quanto l’attività sia cambiata nel tempo, confessiamolo pure tra noi, ottenere link indirizzati al proprio sito da altre fonti web è una delle pratiche ancora oggi più profittevoli in un piano SEO, ma anche potenzialmente una tra le più costose, proprio anche per via dei “nuovi” (ormai manco tanto) standard di qualità che necessariamente dobbiamo tenere.
Se SpamBrain penalizza siti ed editori da cui provengono i link acquisiti, l’investimento può perdere di valore se non addirittura essere dannoso, e per dirla in parole povere, avremo buttato via il budget a disposizione!

Ripartire dai dati

Ecco perché per quanto non appaia una scienza esatta, anche la SEO dovrebbe potersi avvalere di un approccio data driven che consenta di andare in profondità delle cose per orientare le decisioni migliori.
Per ottimizzare il budget dei clienti ed evitare sprechi, è fondamentale comprendere al meglio il funzionamento dell’algoritmo, non solo affidandosi a metriche e valutazioni di tool esterni, ma riuscendo a costruire una propria modalità di valutazione e non dare niente per scontato.
E quale modo migliore se non ripartire proprio dai dati che Google ci offre? Un modo efficace per capire l’impatto di un algoritmo è analizzare i dati che entrano ed escono dall’algoritmo stesso. Abbiamo esaminato il profilo backlink dei nostri clienti consultando la lista già filtrata da SpamBrain che ci restituisce Search Console. E quello che ne è venuto fuori è stato spesso molto diverso da quello che ci restituiscono tool di terze parti relativamente al profilo di link di un sito e alle migliori azioni da intraprendere.
Abbiamo così potuto mettere in discussione gli alert che troppo spesso identificano come malevoli alcuni link in ingresso che malevoli non sono, mandando in panico i clienti e suggerendo l’utilizzo di processi di eliminazione (es. disavow tool) che potrebbero invece essere dannosi.
Avere un approccio data driven non significa solo prendere le decisioni in base ai dati, ma prima ancora avere più fonti dati da cui attingere, verificarne l’attendibilità e poi fare una valutazione complessiva che si inserisca all’interno degli obiettivi strategici del cliente.

 

Impostare la strategia

Analizzando il profilo backlink completo dei nostri clienti con un approccio data driven, abbiamo inoltre potuto identificare pattern e trend nel modo in cui Spam Brain considera alcuni link, bloccandoli o meno. Questo ci ha permesso di prendere più confidenza nella costruzione di strategie di link acquisition solide.

  • Ambiti semantici strategici
    Avendo ben chiaro qual è la situazione di partenza del profilo di link e di come viene letto e valutato da Google, ripartiamo innanzitutto dalle aree semantiche più strategiche per il business del cliente, perché non esistono obiettivi SEO, esistono obiettivi di business.
  • Keyword ad alto potenziale
    All’interno di questi ambiti selezioniamo le keyword maggiormente tattiche, non solo in termini di aderenza agli obiettivi di performance, ma anche tenendo conto della potenzialità di crescita delle stesse rispetto alla visibilità attuale e allo scenario competitivo. Va infatti fatta una distinzione tra keyword ad alto potenziale SEO, ovvero quelle dove ci sono tante ricerche (strategiche, ovviamente!) e dove posso migliorare il mio ranking, e quelle ad alto potenziale per la specifica attività di link acquisition. Per noi quest’ultime sono quelle che, dopo aver lavorato su tutti gli aspetti onsite, hanno raggiunto un buon ranking ma che non possono essere migliorate lavorando esclusivamente sul sito.
  • Contenuti di valore
    Il contenuto ospitato dal publisher avrà un forte legame col brand, in modo più o meno diretto, pertanto non possiamo che produrre e/o richiedere la produzione di un contenuto di valore.
    Quante volte ti sarà capitato di vedere contenuti che, anche se non duplicati, sono palesemente costruiti ad-hoc per la SEO? Ecco, fare SEO non significa dimenticarsi delle brand guidelines o del valore aggiunto che dobbiamo dare al lettore, ma soprattutto che in questo contesto stiamo anche facendo brand communication.
    Altrimenti scaliamo il ranking (forse) a discapito di tutto il resto e non traiamo il massimo valore dell’attività nel medio e lungo periodo.
  • Publisher
    La scelta dei publisher tiene conto delle metriche di authority, ma non può prescindere da un’analisi un po’ più focalizzata sull’andamento della visibilità degli stessi nel tempo. Come ha reagito quel publisher agli ultimi spam update? Non possiamo non chiedercelo se vogliamo utilizzare il budget al meglio e predisporre strategie a lungo termine. Non conta solo la fotografia del momento, ma anche quelle del passato. Praticamente, ci vuole un time-lapse!
  • Pianificazione
    Solitamente ci approcciamo alla strategia di link acquisition dopo che gli aspetti tecnici e di contenuto sono stati ottimizzati al meglio, questo per massimizzare il valore dell’investimento sui link. Una buona pianificazione, soprattutto in certi ambiti, dovrebbe tenere conto inoltre della stagionalità delle aree semantiche e dei trend storici, sia per una questione di opportunità e qualità del contenuto, sia per apparire ancora più naturale agli occhi del motore. Inoltre la link acquisition, come tutte le attività SEO, richiede tempo per portare beneficio alla nostra property, anche se poi si ha una solidità di medio-termine. Le uscite andranno pertanto pianificate al momento giusto rispetto alle aspettative in termini di ritorno. Se hai una forte stagionalità estiva, ad esempio, sarà necessario cominciare a lavorare mesi prima per trarne beneficio nel momento di hype del prodotto.
Si, ma quanto budget serve?

Questa domanda ce la sentiamo fare molto spesso. Non esiste una risposta universale e adatta a tutti, ogni progetto è a sé e per noi di Ciaodino non è questione di budget, ma di efficienza dell’investimento sulle attività marketing nel loro complesso.
Una strategia di link acquisition dovrebbe essere quanto più possibile continuativa e come abbiamo detto è spesso tra le attività SEO più costose. Ma d’altra parte si tratta di comprare uno spazio esattamente come avviene per l’acquisto di spazi media. Se e quanto budget “media” allocare o spostare sull’attività di link acquisition andrà valutato in base a priorità e obiettivi, lavorando in sinergia con tutto il marketing.
Una consulenza SEO di qualità non si limita, infatti, a gestire i budget disponibili, ma mira a ottimizzare ogni aspetto della strategia per garantire un ritorno sull’investimento a medio-lungo termine. Analizzare i dati e interpretare i segnali degli algoritmi ci mette in condizioni di costruire strategie personalizzate che riducono i rischi e massimizzano le opportunità. L’approccio basato sui dati consente di identificare le aree di crescita più promettenti e di adattare continuamente le strategie in risposta ai cambiamenti.
Selezionare i publisher più affidabili e pertinenti, creando contenuti di valore che rafforzano la presenza online del brand, va oltre le metriche strettamente SEO. La pianificazione a lungo termine, che considera la stagionalità e i trend storici, contribuisce a costruire una presenza online solida e resistente ai futuri aggiornamenti degli algoritmi.
In conclusione, l’investimento in Link Acquisition non è solo una questione di budget, ma una decisione strategica per efficientare le risorse e costruire un successo duraturo. Affidarsi a una consulenza strategica significa non solo evitare sprechi, ma anche garantire che ogni euro speso contribuisca effettivamente agli obiettivi di business, perché la SEO sia un asset chiave per la crescita sostenibile dell’azienda stessa.

 

Vuoi approfondire? Contatta Costanza o Matteo, saranno felici di fare due chiacchiere!

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